venerdì 6 luglio 2007

La spia che venne dal freddo

Gli ingredienti per il giallo ci sono tutti, o quasi. Da oltre due settimane a questa parte nel circus non si parla di altro. O meglio, i giornalisti intorno al circus non parlano d'altro, perché al paddock sembra che si parli di tutt'altro. E per la prima volta in vita mia ringrazio pubblicamente la stampa per averci risparmiato da "Ferraropoli", "Stepneypoli" (che in effetti suona molto male), McLarenopoli, Paperopoli e tutti gli -opoli che da tangentopoli in poi sono diventati i tormentoni dell'estate, peggio di Vamos a la playa.

Prima il presunto sabotaggio ai danni della Ferrari, sventato all'ultimo momento, come nelle migliori fiction. Poi la misteriosa fuga dell'ingegnere inglese. Ancora, l'intervento della magistratura modenese, con un pm che, per la cronaca, si chiama Tibbs, ma non assomiglia neanche un po' a Sidney Poitier. Mi chiedo se tra i requisiti per diventare magistrato ci sia quello di avere un nome straniero: se fossi laureato in legge, con il mio cognome francofono forse avrei qualche speranza di una carriera in magistratura.

Ma torniamo a noi. La spy-story del dinamico duo Le Carrecclestone e Forsythley promette bene. La trama è buona e fino ad adesso non ha tradito le aspettative dei lettori, anche se a tratti sembra più una puntata della signora in giallo (e qui mi tocco, perché una che porta sfiga come la Fletcher non l'ho mai vista, come si muove si muove spunta un cadavere!!!).

I fatti partono da molto lontano. 8 maggio 2000, gran premio di Spagna. TDFKATDM (The Driver Formerly Kwon as Tedesco di Merda) arriva lunghetto alla sosta ai box e travolge il povero Stepney (addetto al cric anteriore) causandogli un frattura scomposta alla tibia con prognosi di un mese. La vicenda sembra non lasciare strascichi. E invece il tarlo incomincia a scavare lentamente e a insinuarsi nell'ippotalamo dell'ingegnere britannico.

Lucarelli avrebbe aggiunto che nel 1973, in California, una scossa di terremoto ha buttato giù dal letto un ragazzino che sognava di diventare astronauta. Il ragazzino ha sbattuto la testa e perso i sensi. Ricordiamoci di questo fatto. Chi era quel ragazzino? Cosa c'entra con la nostra storia?

Autunno 2006. Rosso Marrone lascia la Ferrari, si attua un piano di rimpasto e molti uomini della scuderia salgono di rango. Stepney no. Anzi, viene esautorato da qualsiasi incarico ai box. Il malumore sale. Ma forse, in questa mancata promozione, c'è già qualche indizio di quello che succederà.

Torniamo ai giorni nostri. La storia prende uno sviluppo insperato. Avviene un passaggio. Qualcuno consegna qualcosa a qualcun altro. Chi era quel qualcuno? Chi era quel qualcun altro? Che cosa si sono scambiati?

Vi ricordate del ragazzino? Era Nigel Stepney, che a seguito del trauma cranico decise di diventare ingegnere di formula uno. Era lui "qualcuno". "Qualcun'altro" è invece il tecnico McLadren, nonché compagno di merende di Stepney. Oggetto dello scambio: un voluminoso dossier (700 pagine in tutto) con progetti, schemi, procedure, telemetrie, progetti di sviluppo, numeri di scarpe dei tecnici e dei piloti, numeri di telefono dei bordelli più esclusivi, etc, etc.

Ora, la vicenda è in mano alla giustizia ordinaria e sportiva. La prima probabilmente farà qualcosa, e qualcosa ha già fatto (almeno in termini di indagini). La seconda, a dispetto dei titoli dei giornali italiani, che sotto sotto sperano che la McLadren venga punita, probabilmente non farà nulla. Cosa che peraltro mi auguro vivamente. Anche se sarà dura per la scuderia di Don Dennis dimostrare che non abbiano tratto nessunissimissimo vantaggio dal fantomatico dossier, per la già cronicamente malata Formula Uno una sanzione che penalizzi Hamleton e l'Astronso sarebbe un colpo di grazia.

Intanto, a Maranello ci si interroga sulla fuga di notizie e su come prevenire nuovi episodi in futuro. Si dice che progetti, procedure e persino le comunicazioni tra pilota e box verranno tutte riscritte in dialetto modenese. Cose tipo "As pol brisa druver al manuel in tla langua di ch'i basterd d'la Mcladren" o "cat vegna un cancher, a iò sentù un cioc, secand me a s'i scianché al mutur, zio Canta". Ma sono solo voci. Vedremo.

Ah, dimenticavo. Questo fen ed smana i corren in d'al pont d'argeint. Scusate, volevo dire che questo weekend si corre a Silverstone. E, giusto a titolo di cronaca, è da poco iniziata la prima sessione di libere. Ma di questo, forse, parleremo lunedì.

Stay tuned

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un spetacol lezert. Cum al solit.
Agh sounia sol me?

Vico
(anche tutte le altre volte ma direi che si era capito)