venerdì 27 luglio 2007

La giustizia è come la fortuna

Cecata come una talpa. Si potrebbe dire che non guarda in faccia a nessuno. In questo caso non guarda in faccia a niente. Il nulla giuridico di prove talmente lampanti che non si può non vederle. A meno di non essere ciechi. Come la giustizia e la fortuna.

La giustizia, in fondo, è anche una questione di fortuna. Perché ci vuole un bel culo (e dei bravi avvocati) per farla sempre franca.

O forse il problema è tutto nel fatto nelle aule di giustizia (sportiva) il sottile gioco erotico del vedo non vedo dilaga.

Vedo, che gli scagnozzi di Don Dennis hanno avuto accesso a materiale e informazioni riservate, e in almeno un caso la soffiata l'hanno usata per bene (la famosa vicenda del fondo piatto). Non vedo come questo possa aver favorito la McLadren. Vedo il faldone di 780 pagine recuperato in casa di TEFKAC. E non vedo come questo possa aver danneggiato la Ferrari.

Vedo, non vedo, appunto. D'altra parte era quello che un po' tutti, tranne i giornalisti italiani, si aspettavano. Una giustizia interessata. Che, pur essendo ipovedente, guarda agli interessi economici del circus. E non può permettersi in nessun modo di rompere il giocattolo mettendo fuori gioco la scuderia di Woking. Fosse anche con un buffetto, una multarella senza decurtazione di punti. Il vero problema è che a questo punto tutti potrebbero sentirsi legittimati a comportamenti non propriamente puliti. Lo spionaggio tra team, già abbondantemente diffuso anche se con mezzi e personaggi meno censurabili, potrebbe subire una recrudescenza dell'ultimo minuto. Con buona pace di chi, con regole che rasentano la demenzialità, cerca di anno in anno di ridurre i costi dei team.

Stay tuned.

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