lunedì 2 luglio 2007

The fencing horse strikes back

Tanto tanto tempo fa, in una galassia lontana...

Partiamo da qui. E fermiamoci subito. Onestamente oggi sono un po' a corto di idee.

OK, ha vinto la Ferrari. Wow. Figo. Andiamo in giro a fare i caroselli con le bandiere. Bah... Devo ammettere che, dopo l'amara trasferta americana, non avrei scommesso un granché su questa doppietta, anche se eramo emersi tenui segnali di incoraggiamento. Ma da qui a entusiasmarmi...

Il problema è e rimane la gara. Mi è sembrata un pout-pourri cinematografico. Una specie di film a episodi. Palloso come "La corazzata Kotionkleton", che narra di un inaffondabile vascello anglo-russo-caraibico. Che però, a ben guardare, du' palle, dotto', du' palle... Amaramente e cinicamente divertente, per certi versi, come "Fantozzonso subisce ancora". Che non è palloso, anzi, divertente, peccato per lui che non serva a niente o quasi. Perché per lo spagnolo, a dispetto dei sorpassi (almeno un paio notevoli), al traguardo si sia ritrovato esattamente dove era dopo due giri: settimo. Oltre, ovviamente, alla riedizione de "Il cavallino rampante colpisce ancora", e l'abbinamento tra le forze dell'Impero e Maranello potrebbe non essere casuale.

Al di là della prima doppietta Ferrari della stagione (e del successo del Finnicello, che era dato per prossimo al ricovero in una clinica psichiatrica), la gara di ieri non è che sia stata un granché. Sarà che mi distraggo un po' di più, ma non è che ieri abbia visto chissà quali motivi per stare un'ora e mezza davanti al video. Eppure l'ho fatto. Ma questa è un'arcinota e triste verità da tanto/troppo tempo a questa parte. Questa formula uno assomiglia sempre di più ad una rassegna d'essay con film di sette ore. Pellicole girate secondo il dogma di Von Triers. Quelle belle cose simil culturali di cui si può discutere con un nonsoché di altezzosa superbia snocciolando la bellezza di questo o quel particolare. Film lenti come un bradipo imbalsamato di cui racconteremo di camber, rapporti del cambio ('sto porcellone), incidenza degli alettoni financo al patacchino sullo specchietto retrovisore come Filini e Calvoni decantavano gli occhi della madre, la carrozzella, gli stivali dei soldati e l'immancabile montaggio analogico.

Meno male che ci sono i Michal Bayecclestone e i Roland Mosleyrich a darci Una Nuova Speranza. E come il capitolo uno della saga di Lucas, arriveranno gli effetti speciali a rinvigorire lo spettacolo. Monoposto come i Transformers, senza elettronica nel motore, ma con tanto di alettoni mobili autoadattivi. Stargate in mezzo alla pista per sorpassare i doppiati. E tante mirabolanti innovazioni in questo arretrato mondo della Formula Uno.

Per la cronaca, nel weekend ho avuto la fortuna di seguire una rassegna di cortometraggi molto meno pubblicizzata: la GP2. Posso garantirvi che per i miei gusti cinematografici (e sportivi) sia uno spettacolo infinitamente superiore. So che qualcuno mi dirà che nel frattempo si è guardato la MotoGP, ma per me è come guardare un polpettone storico-romantico: non ce la posso fare.

Nel frattempo, possiamo quantomeno divertirci a seguire l'evoluzione della classifica. Dopo otto gare, i 4 piloti di punta hanno due vittorie a testa. E la differenza la stanno facendo i piazzamenti (che come già ampiamente enunciato qualche tempo fa, premiano lady Terminator).

E nel giro di una settimana, potremo metterci a discutere di cosa sarà suceesso sulla Pietra d'Argento.

Stay tuned.

Nessun commento: