martedì 28 aprile 2009

Potrebbe essere lupus

"Femmina, rossa, 59 anni. Lamenta sintomi di letargia, fragilità alle estremità, disturbi neurologici e cardiaci, emorroidi..." Greg stava sfogliando svogliatamente la scheda mentre Tredici continuava ad elencare i gravi sintomi della paziente. Era stato il dr. Morris del policlinico di Chicago a richiedere il trasferimento al Plainsboro Hospital. Foreman si stava consultando con il dr. Shepherd sul da farsi.

Aiutandosi con il bastone, Greg si recò alla lavagna e incominciò a scrivere i sintomi. Kautner e Taub incominciarono, come loro solito, a sparare diagnosi a cazzo e Greg li mandò subito a fare degli esami. A Taub toccò inevitabilmente la rettoscopia per capire cosa non andava lì nel didietro, mentre Kautner si occupò della cultura delle feci.

Foreman e Shepherd, nel frattempo, ragionavano sul da farsi e per accelerare il ragionamento decisero di fare una gang-bag con Meredith. Ma questa è un'altra storia.

Greg era quasi sicuro che fosse una malattia autoimmune. Lupus, quasi sicuramente. Per saperlo doveva perquisire la casa della paziente. Mando un fido collaboratore, tale Stepney, a frugare in casa della paziente, visto che già in passato aveva dimostrato di saper frugare molto bene. Sfortunatamente non c'era niente che potesse aiutare. Sì, è vero, la casa è nel territorio del maiale, e poteva anche essere influenza suina. Ma i sintomi non combaciavano.

Il fido collaboratore tornò con il contenuto dell'armadietto dei medicinali. Il farmaco anti-incapaci che il paziente sta assumendo poteva in qualche modo spiegare la malattia autoimmune. C'era comunque qualcosa che non tornava. Il Lupus fu scartato. Il paziente peggiorava. D'altra parte lui era specializzato in casi disperati. Non poteva non trovare una soluzione a questo caso. Non poteva lasciar morire il paziente così.

Greg salì in moto per tornare a casa. Stava ancora pensando alla sua paziente mentre sfrecciava per le tranquille stradine del Massachussets e mentre la squadra allargata continuava a fare esami su esami. Era talmente assorto che non si accorse, se non all'ultimo momento, di una macchina bianca guidata da un pensionato brasiliano che procedeva lentamente. Evitò l'impatto ma si ritrovò in equilibrio precario proprio dal lato della gamba gigia. Cadde e si ferì, un piccolo taglietto, niente di ché. E allora capì.

Ritornato in ospedale, chiamò gli schiavi con il cercapersone e parlò: "Tre Punti. Di sutura".

Il paziente incominciò a migliorare. Fu prontamente trasferito in una calda località del mediterraneo per proseguire le cure. In attesa di sciogliere la prognosi e di fare altre analisi. Perché alla fine, potrebbe sempre essere lupus.

Stay tuned.

venerdì 24 aprile 2009

Un altro weekend da dimenticare

Un saggio disse: "Se il buongiorno si vede dal mattino, che sarà una giornata di merda lo capiamo sin dalla sera prima". In qualche modo, estendendo lo spazio ed il tempo, possiamo tranquillamente intuire che sarà un weekend di merda, e quindi da dimenticare. Il meteo non promette nulla di buono, il 25 aprile cade di sabato, maledetto, come tutti i festivi che cadono di sabato, e maledetti anche i festivi che stanno in piedi, di sabato. E le libere di oggi negli Emirati Vari lasciano pochi dubbi su quello che potrà succedere nel weekend motoristico. Ben inteso, parlo di Formula Uno, non ho la più pallida idea se ci siano Motogp e affini, in giro. Non ho tempo per queste cosucce. 

In realtà la questione è che tutto gira intorno al tempo. Non abbiamo mai tempo di fare nulla perché non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto quello che vorremmo. Ma se potessimo viaggiare a cavallo di un raggio di luce magari potremmo dilatare il tempo e restringere lo spazio e forse incominciare a vedere le cose sotto una diversa prospettiva. Ad esempio, se cambiamo la prospettiva e leggiamo la classifica del venerdì dal basso in alto vediamo subito subito le due Ferrari. Tanto per ribadire a Gianni che non può morire l'ottimismo, è il profumo della vita, giusto? Sarà, io comunque, continuo a sentire quel vago olezzo di concime biologico comunemente chiamato merda, come le figure che il cavallino raccoglie in giro per il mondo.

E' comunque solo un problema di tempo. Come quello, impietoso, fotografato dai cronometristi della TagHeuer, che mette in evidenza tutto il ritardo di Pippe e Rikkionen. Come quello che Domenicali e tutti i suoi accoliti ci chiedono di aspettare per vedere una Ferrari competitiva. E mentre lo dice ricanticchia "Tempo" di Jovanotti, centonove battute al minuto per dirci che "non mi schiodo, e no che non mi schiodo, non mi schiodo, ...". Jovanotti diceva anche che conosceva un modo per rimanere a galla: tengo a precisare, senza riferimenti a fatti e persone realmente esistenti, che anche gli stronzi galleggiano eppure non ne hanno merito.

Tempo, che scorre solo avanti e fino a prova contraria non torna mai indietro, anche se nella storia le cose ciclicamente si ripetono come se il tempo fosse avviluppato su un nastro di Moebius.

Mi piacerebbe iniziare a giocare un pochino con il signor tempo. Provare, ad esempio, a dimostrare che si può dimenticare qualcosa che non è ancora successo. Magari semplicemente ignorandolo.

Stay tuned.

lunedì 20 aprile 2009

Campa Cavallino che l'erba cresce

E mentre il cavallino aspetta che l'erba cresca, miracolo al quale risulta difficile sperare nonostante l'abbondante innaffiamento delle due ultime corse, vince il Vitello dai piedi di balsa. Probabilmente la balsa è il compound migliore per guidare sul bagnato, visto che il giovanotto bissa l'impresa settembrina di Monza allagata.

Il circus parte da dove si era fermato: sotto la pioggia e dietro la safety car. Due palle, però. Io vorrei rivedere una bella partenza col botto tipo Spa di qualche anno fa. E invece no, ci tocca la sfilata in parata per tanti, troppi giri. In questa stagione, tra pioggia e incidentuccoli vari, oltre il 10% dei giri effettuati sono stati percorsi in regime di safety car. L'unica sicurezza, per me, è che con la safety in pista la pennichella è garantita.

Per il resto, non so cosa aggiungere. A parte il fatto che non ho mai capito la semantica del titolo del mio post odierno. La spiegazione migliore è quella della storiella in cui uno schiavo di colore metteva la gamba di un cavallo in un prato per accelerare la crescita del fieno, e alla richiesta di spiegazioni allargava le braccia e chiosava con "gamba gavallo ghe l'erba gresce". Ma non è molto politically correct e su un blog non si può scrivere. Oops, l'ho già fatto. Pazienza. Intanto l'erba non cresce nonostante l'acqua (ok, l'ho già detto) e nonostante l'abbondante concime raccolto a suon di figure di merda.

Piuttosto, pensavo a com'è curiosa questa Italia. Se la Ferrari fosse una squadra di calcio, ci sarebbero gli ultras sotto la sede della società a chiedere la testa dell'allenatore. Ci sarebbero presidenti che licenzierebbero l'allenatore seduta stante, salvo riprenderlo a tre giornate dalla fine. Ci sarebbero altri presidenti che terrebbero botta dando tutta la fiducia del caso all'allenatore di turno. Nel mondo delle ipotesi e delle similitudini ho solo una certezza: caro Domenicali, se un giorno ti troverai a dire "mi avete preso per un coglione", non ci sarà nessuno a dirti che "no, sei un eroe".

Dal punto di vista sportivo, detto della vittoria del Vitello, va ricoperta di gloria anche la prestazione dell'australopiteco Mark Webber. E un piccolo, molto piccolo, ridimensionamento delle verginelle, che vanno pur sempre sul podio con Mouse Paracarro Button. E checcé ne dica Briatore, gli ex-campioni del mondo sembrano i veri pensionati del mondiale, visto che sommando i punti di quelli che hanno avuto il numero uno non si fanno i punti di Trullallero. E ho detto anche troppo.

Venerdì la tendopoli deluxe di Bernie&Max, due che non si scuotono neanche con un magnitudo 9.9, si sposta in Barhein. Stiamo nel deserto, e le probabilità di pioggia sono praticamente trascurabili. Chi ha detto Qatar?

Stay tuned.

venerdì 17 aprile 2009

I stop my mind from wondering

Non ci si stupisce più di niente. La vita ci riserva tutti i giorni eventi che parrebbero strani anche in un libro di Harry Potter. Figuriamoci, dunque, se ci possiamo stupire di quel che succede nel dorato mondo della Formula uno.

Le ultime vicende le conoscete tutti e non c'è motivo per tornarci sopra. Già da questa mattina i Bucatini Primavera sono il piatto forte del premiato ristorante cinese "Belnie"  di Shanghai, già premiato con cinque cappelle sulla guida Bridgestone. Per deliziare i palati, lo chef propone anche il maialino Ross in salsa agrodolce. Il maitre Mao Tse Mosley propone ai commensali, insieme al suo fido sommelier vietnamita che tutti chiamano Charlie, una nutrita e preziosa collezioni di vini, che va dal Button Rouge, prezioso champagne invecchiato in "paracarrique", al Vecchio Zerbino, uno vino d'annata millesimato. Per i palati meno esigenti, e solo in fondo alla lista, possiamo trovare alcuni nobili decaduti: il Nero d'Avilton, il Rosso doc della bassa modenese, della prestigiosa etichetta Lachrima Equus, e il Solonso d'Asturia, ormai buono solo per la sangria.

Per il resto, non c'è molto da dire. Le libere di questa mattina, di cui una volta tanto ometto i risultati, hanno confermato nella sostanza quanto visto nelle prime due gare della stagione. E d'altra parte non ci si poteva aspettare nulla di diverso. E comunque, visto che non mi meraviglio più di niente, come al solito trovano il tempo che trovano (no, non troveranno la pioggia) e ne potremo parlare meglio solo lunedì dopo che avremo visto la bandiera a scacchi (oddio, due settimane fa la bandiera a scacchi non l'ha vista nessuno, ma questo è un dettaglio). E sperando che tutto si chiuda veramente alla conclusione della corsa, senza se e senza ma.

Non mi meraviglio più di niente, dunque. Non mi stupisco, per esempio, del fatto che chi diceva che ci sarebbero voluti milioni di euro per copiare il diffusore della Brawn si sia presentato in Cina come ciccio bomba cannoniere, con tre buchi nel sedere.

Né mi stupisco di vedere che la Ferrari ha deciso di lasciare a casa il signor Kers, proprio su una pista nella quale avrebbe potuto anche regalare qualche decimo in più al giro. D'altra parte, da quando Mr. Brawn ha lasciato Maranello, gli uomini in red non ne azzeccano più una né in strategia né in tattica. Meditate, gente, meditate: sono le personea fare la differenza. A proposito di persone, forse non è un caso che si sia lasciato a casa anche il signor TDM, ma questa è veramente un'altra storia.

Oppure continuo a stupirmi punto e basta. Perché guardo il mondo con gli occhi di un bambino alla ricerca di un'emozione in qualunque cosa gli passi davanti agli occhi. E poco importa se sono miope e astigmatico.

O, più probabilmente, mi risuona in testa una canzone. E, in buona sostanza, alla fine era l'unica cosa che veramente volevo scrivere.

        I'm fixing a hole
        where the rain gets in
        And I stop my mind from wondering

Stay tuned.

mercoledì 15 aprile 2009

Tutto regolare

Il giudice Santi Licheristone ha così deliberato. La seduta è sciolta. Amen.

Da bravi cittadini rispettosi della legge e delle istituzioni accettiamo il verdetto. Ma visto che ci piace chiaccherare...

Ora, nell'applicare le norme un giudice tipicamente si rifà ad uno dei tanti principi interpretativi. In giurisprudenza si parla di interpretazione per analogia, qualora si applichi la legge in modo analogo a quanto già fatto da altri giudici in cause simili. Qualora non esista un chiaro precedente, si cercano di individuare le intenzioni del legislatore. Nel caso in questione le intenzioni erano decisamente chiarissime: riduzione dell'effetto suolo e della deportanza aerodinamica. In particolare, l'obiettivo era quello di ridurre il disturbo aerodinamico causato dallo stare in scia ad un'altra vettura e rendere quindi maggiormente probabili i sorpassi. Con lungimiranza, la FIA ha dato vita ad un gruppo di lavoro chiamato OWG: Overtaking Working Group. Il lavoro di questo gruppo ha disegnato quelle che dovevano essere le modifiche aerodinamiche per raggiungere gli obiettivi posti dalla FIA. Tra queste il disegno di riferimento del diffusore adottato da tutti tranne che dalla banda del buco.

Devo ammettere che ho tralasciato un piccolo particolare: l'Overtaking Working Group era composto da 3 membri, e uno di questi era la Ferrari. A questo punto, mi viene spontanea una domanda: dove si è sbagliato? Come è possibile che il legislatore (o quantomeno chi ha scritto fisicamente le regole) dica che ci sono dei fuorilegge e il tribunale dica di no?

Ma c'è un altro aspetto che intorbidisce questa vicenda e mi lascia con più di un punto interrogativo sul verdetto. Sul banco degli imputati c'era un rubicondo e massiccio signore che di professione fa il proprietario nonché megadirettorenaturale di una scuderia di Formula Uno. Molti dimenticano o non sanno che il signor Brawn ha anche un incarico di delegato tecnico per la FOTA (l'associazione di tutte le scuderie) incaricato di occuparsi, tra l'altro, dell'interpretazione del regolamento tecnico. Probabilmente si è un po' sottovalutato il signor Brawn. Probabilmente ad un certo punto hanno anche pensato che tanto non avrebbe neanche partecipato al mondiale, quindi chissenefrega. E quindi hanno sottovalutato in un modo imbarazzante l'evidente conflitto di interessi che questo doppio ruolo impone. Cosa si aspettavano, che una volta fatta la legge e soprattutto trovato l'inganno avrebbe spifferato tutto a destra e a manca? A quelli che visti i tempi delle sue macchine dicevano: eh, si, sta girando sottopeso... Ha ben ragione chi dice che non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. Ragazzi, questi hanno fatto la macchina perfetta, punto.

Infine, quel piccolo particolare di cronaca ripreso da Paolo Ciccarone in un articolo pubblicato il 28 marzo sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Dico solo una parola, anzi il nome di una località: Casumaro (FE). Perché a quanto pare, ancora una volta i furbetti geniali e creativi stanno in Italia. 

A questo punto per la Ferrari (e non solo) questa stagione diventa ancora più complicata. Difficile pensare che si possa raggiungere in breve tempo le prestazioni di questa Brawn. Sempre ammesso e non concesso che non emergano nuovi elementi che rimettono in discussione tutto. Con Bernie&Max al timone ci possiamo aspettare di tutto.

Intanto ci prepariamo a vedere l'ennesima parata di vergini anche sotto il cielo di Shangai. A proposito, volete sapere cosa penso della sentenza: tutto regolare.

Stay tuned.

lunedì 6 aprile 2009

Guardare avanti, sempre

La cosa bella di essere un genitore è che nel pieno degli anni ci si può permettere il lusso di guardare i cartoni animati e ritornare bambini con la scusa di passare un po' di tempo con loro. Recentemente mi è capitato di riguardare un Disney di seconda fascia che, in maniera un po' troppo autoreferenziale, calca la mano sul motto di Walt: Guardare avanti, sempre.

Ora, credo che a Maranello, ma anche a Woking, non resti altro da fare che guardare avanti, perché dietro non c'è molto da vedere. Anzi, viste le posizioni in griglia e in gara, direi che non c'è quasi niente da vedere. E allora sì, dai, guardiamo avanti con l'ottimismo di chi non ha niente da perdere, avendo già perso quasi tutto il perdibile.

In Ferrari si stanno adeguando, in attesa di sapere cosa deciderà la FIA il 14 di aprile, e sono già in fase avanzata di studio su una versione alla modenese del diffusore con il buco. Dimostrando ancora una volta il genio tipicamente italiano, uno stagista della gestione sportiva ha predisposto un prototipo in cui sono stati applicati dei Bucaneve al diffusore e nel momento in cui scrivo la galleria del vento è attiva al 100% per studiare l'efficacia della soluzione. Ma le idee non mancano. Qualora i test dovessero fallire ci si riproverà con le polo, mentre la moglie di Domenicali è stata vista al Lidl mentre comprava un trapano con punte in carburo a 9,99 euro. Una cuoca della mensa anziendale ha proposto un diffusore a forma di tortellino e si è offerta di impastare il carbonio. Nel frattempo, l'instancabile presidente Montezuma sta studiando una partnership con la Vigorsol per sistemare lo scoiattolo Ciop al posto del Kers. Il gruppo Fiat ha attivato un gruppo di lavoro ad hoc per ritrovare la competitività. La fucina di idee sta incominciando a dare i suoi frutti: nelle libere quello che usciva dalla macchina di Rikkionen non era fumo, ma era il borotalco messo per non far puzzare la vernice.

Guardare avanti, sempre. Ai prossimi gran premi, per esempio. Leggevo da qualche parte, forse su un forum, che tra i tanti problemi del nuovo regolamento c'è la limitazione alle prove. Se la macchina è sbagliata in partenza, rimangono veramente poche possibilità di recuperare.  Forse in Ferrari dovrebbero iniziare a pensare alla macchina per la prossima stagione. Ma forse questo significa guardare troppo avanti, e nel frattempo i tifosi potrebbero anche frantumarsi le palle e pensare di fare qualcosa di più utile nel weekend.

Guardare avanti, sempre, ma magari un po' più vicino al proprio naso. Incominciando a pensare che forse in Ferrari come in McLaren il vero problema non è la tecnica, ma chi gestisce la scuderia. Possiamo avere le opinioni che vogliamo su Don Dennis e Alvaro Todt, ma non c'è dubbio che sapessero come si gestisce una squadra. Qualche dubbio sugli attuali titolari può venire. Soprattutto viste le figure barbine (per non dire di merda) che si sono fatte con la strategia.

Guardare avanti, sempre, sperando di trovare qualche sorpresa nell'uovo di Pasqua. Perché tra meno di due settimane si correrà in Cina e subito dopo in Barhein. E a meno di decisioni strane della FIA (che comunque non sarebbero sufficienti, questi le prendono anche dalle RedBull e dalle BMW e faticano a stare davanti alle Force India) sarà un altro assalto a Little Big Horn.

Guardare avanti, va bene, ma ogni tanto guardarsi anche le spalle non fa male. Perché a meno ché non si cammini con le spalle al muro, bisogna sempre stare attenti all'uccello padulo.

Permettetemi, infine, un ringranziamento ai gestori di telefonia mobile sponsor di Ferrari e McLaren per il loro subliminale incitamento: "One, Two, Three, Four, Can I have a little more" e "One, Two, Three, Four, gimme some more" sono messaggi molto chiari. Loro sì, guardano avanti. Chi vuole intendere in tenda, tutti gli altri in camper.

Stay tuned.

venerdì 3 aprile 2009

Se vi piace, chiamatemi Oscar

Oggi prende il via il gran galà del gran premio dei supertelegattoni di Mompracem, anche se siamo a Sepang. Che è pur sempre Malesia. In abbinamento alla gara di Formula Uno, quei mattacchioni degli organizzatori hanno allestito:
- una lotteria con in premio l'ambitissimo Ovodt (un uovo di Pasqua alto come Todt)
- una kermesse cinematografica
- una serata intorno al fuoco, i pescatori la chitarra e cantavamo a squarciagola le canzoni di battisti

Vorrei spendere qualche minuto sulla kermesse cinematografica, perché sono previsti titoli interessanti che non possono mancare nella videoteca di un appassionato di motori.

Partiamo da "Bugiardo, Bugiardo", simpatica commedia in cui Cicciobello Angelo Nero racconta un sacco di panzane, viene creduto ma poi si scopre l'intercettazione che lo smentisce e per questo viene squalificato e minacciato di esclusione dal mondiale.

Il tempo di una sgrullatina e subito si riparte con "A volte ritornano", thriller/horror tratto da un racconto di Stefano Re che narra le gesta di due sfigati che, dopo essere cerebralmente morti nella terra dei canguri, ritornano come zombie assetati di sangue e colorano di rosso la prima, virtualissima, fila al termine delle prove libere. Sconsigliato ai deboli di cuore e a chi tanto le libere contano un cazzo.

E poi, quasi senza soluzione di continuità, "Ricomincio da tre", in cui Trullallero, pur senza fare appello, si riprende grazie ad una clamorosa decisione del tribunale il sudatissimo e immeritato terzo posto nel gran premio di Australia.

E infine, chiusura gloriosa e imperdibile della serata, "Casino Royale". Questa volta James Bond deve vedersela con il cattivo Le Chiffresltone in una partita a poker che si gioca in parte sul tavolo verde e in parte in un'aula di tribunale. Attenzione al finale, finalmente si scopre che M non è una donna ma è un uomo, e si chiama Mosley.

Bon, passiamo alle cose serie. Ecco i tempi della seconda sessione di libere:
1  Raikkonen   Ferrari     1:35.707  129.559 mph
2  Massa       Ferrari     1:35.832  0.125
3  Vettel      Red Bull    1:35.954  0.247
4  Rosberg     Williams    1:36.015  0.308
5  Webber      Red Bull    1:36.026  0.319
6  Barrichello Brawn GP    1:36.161  0.454
7  Button      Brawn GP    1:36.254  0.547
8  Nakajima    Williams    1:36.290  0.583
9  Kovalainen  McLaren     1:36.397  0.690
10 Piquet      Renault     1:36.401  0.694
11 Hamilton    McLaren     1:36.515  0.808
12 Trulli      Toyota      1:36.516  0.809
13 Buemi       Toro Rosso  1:36.628  0.921
14 Glock       Toyota      1:36.639  0.932
15 Alonso      Renault     1:36.640  0.933
16 Sutil       Force India 1:36.875  1.168
17 Kubica      BMW         1:37.267  1.560
18 Bourdais    Toro Rosso  1:37.278  1.571
19 Fisichella  Force India 1:37.432  1.725
20 Heidfeld    BMW         1:37.930  2.223
 
Come come? Non sono cose serie? Ok, non sono cose serie. Ne riparliamo magari, con più calma, lunedì mattina a risultati acquisiti. Adesso vado, che devo parlare con una persona che mi sta scappando: Mister Obaaammaaaaa.

Stay tuned