lunedì 28 aprile 2008

Il lupo perde la gomma ma non il vizio

Stavo guardando il gran premio e mi è venuto in mente Matrix. Non la trasmissione di mitraglia Mentana. Né il macellaio tatuato che gioca in una squadra con la maglia a strisce nere e azzurre. Stavo pensando al film dei fratelli Wachosky. Deja vu. Solo che non si tratta di un gatto nero che passa due volte in un palazzo diroccato da realtà virtuale. Anche se probabilmente un baco c'è. Non sarà nella matrice, anche perché non stiamo parlando di 4x4, ma il dubbio che qualcosa a Woking non funzioni come si deve c'è.

Il deja vu è quello che ha visto protagonista Ndvolainen. La dinamica, sia pur con un effetto specchio, ricorda molto da vicino quanto successe al presunto talentino anglo-caraibico durante le qualifiche del Nurburgring la passata stagione. Poff, la ruota si affloscia e la macchina va dritta dritta nelle protezioni. E ci si infila dentro. Come in altre occasioni la regia, in un eccesso di anti-cinismo e anti-spettacolarizzazione, non ci fa vedere una mazza di quello che è successo, e dobbiamo quasi immaginarcelo. Vediamo una safety car, un po' di macchine che procedono ad andatura ridotta, e non sappiamo se il finnico della McLadren sia vivo o morto. 6 lunghi interminabili giri a passo d'uomo prima di vedere il replay del biondino in barella che solleva il dito (non il medio, il pollice) come a dire tutto ok.

Nel frattempo, le forche caudine del regolamento senza senso costringono Olalaheidfield ad una sosta ai box con pit-lane chiusa e conseguente penalizzazione con stop-and-go di 10 secondi. Porello, con le due gocce di benzina che gli erano rimaste nel serbatoio non avrebbe potuto fare un giro di più. A parte che qualcuno dovrebbe spiegarmi una cosa: se entro nei box con semaforo rosso mi becco lo stop-and-go, se il rosso lo prendo in uscita mi prendo la squalifica. Ma chi le ha scritte queste regole, Olivieri e Pancaldi? In ogni caso, visto che al tedesco la sanzione è costato la quinta piazza (e forse qualcosa di più) e ne ha decretato il primo posto fuori dai punti, per la prossima volta gli suggerisco di parcheggiare la macchina di traverso nella corsia di ingresso della pit-lane.

Per il resto, non si è visto quasi nulla. I sorpassi, pochissimi, molto complicati e tutti nelle retrovie. L'unica emozione ce l'ha regalata il gaio zerbino che è riuscito nella non indifferenze impresa di fare un incidente in pit-lane e di portarsi a spasso l'alettone per tutto un giro.

Rimane la soddisfazione, per i tifosi Ferrari, di una doppietta. Che dice tanto ma non dice tutto. Innanzitutto i distacchi. Sarà che questa è la pista più testata in assoluto, ma per tutto il weekend si è assistito ad un livellamento impressionante. E infatti, tra il primo e il quarto (complice anche la duplice safety car) il distacco è di poco superiore ai cinque secondi. Cionondimeno, né Rikkionen né Pippe hanno dato l'impressione di faticare per mantenere le posizioni e quel minimo margine di sicurezza da chi li seguiva. Ho qualche dubbio sulla corretta lettura di questo dato.

Che dire. Speriamo di vedere cose turche tra due settimane. Sicuramente vedremo Istanbul. Per la gara, chissà.

Stay tuned

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