venerdì 22 settembre 2006

Orgoglio per un amico

Oggi sono orgoglioso. Non per qualcosa che ho fatto. Né per qualcosa che ho detto. Semplicemente per qualcosa che ho letto. E che mi riguarda solo marginalmente, almeno da un punto di vista diretto.

Ho letto Il Mondo, pagina 34. E prima di leggere ho visto. Una foto, un fotomontaggio. Che accosta uno degli uomini più potenti del mondo a uno dei miei più cari amici. E indipendentemente dalla foto, il mio personalissimo mito.

Il potente si chiama Vladimir, e di mestiere fa il capo di stato in Russia. Alle sue spalle, in piedi davanti ad una tavola imbandita, la persona che ogni tanto mi piacerebbe essere: Mirko. Dal nulla di via Sant'Anselmo ad Aosta, a cuoco del premier russo. Oggi come sempre mi sento molto orgoglioso di averti come amico.

Stay tuned.

martedì 19 settembre 2006

Baggianate

Stamattina ho letto alcuni quotidiani di ieri. La cosa non vi dovrà stupire, in quanto spesso, per ragioni di tempo o di voglia, i giornali che compro al mattino rimangono sul sedile della macchina fino a quando non sono arrivato a casa e il momento buono per leggerli diventa la colazione del giorno dopo. Anche se le notizie non sono freschissime, ci sono sempre spunti interessanti dai quali cogliere l'essenza dell'inutilità della carta stampata (ma se è per questo, non sono esenti da colpa neanche le informazioni che viaggiano in modulazione di frequenza).

Prendo spunto dalle classiche 2 colonne di Mura nelle pagine dello sport di La Repubblica. Leggo, proprio all'inizio della seconda colonna, che anche quest'anno gli arbitri sbagliano. Ma va? Ma tu pensa... non l'avrei mai detto. Il corollario di Mura mi lascia invece piuttosto interdetto. Perché, cito testualmente (o quasi), gli arbitri sbagliano perché distratti, impreparati o semplicemente perché sono uomini. E non perché pilotati.

Ora, a parte il lavaggio del cervello mediatico di questi ultimi mesi su calciopoli (e qui si potrebbe disquisire su questo neologismo che trovo lessicalmente errato, così come trovo errato il più terra terra Moggiopoli e per dirla tutta anche il mio Briatoropoli) e dintorni, il signor Mura dimentica che ci sono stati 2 dicansi due sentenze della giustizia sportiva che hanno candidamente ammesso che gli arbitri non sono stati pilotati. Quindi delle due l'una: o Mura ne sa di più di quanto ne sapessero i magistrati sportivi, oppure scrive delle baggianate.

Io propendo per la seconda, visto che negli anni di baggianate vergate con l'inchiostro o enunciate in un TG ne ho lette, viste e sentite di tutti i tipi. Giusto una settimana fa, ad esempio, a proposito del ritiro di Sciummy (prometto che prima o poi scriverò qualcosa anche su questo, magari tra un paio di anni quando annuncerà il suo ritorno alle corse): secondo lo stesso quotidiano per cui scrive Mura, il tdm è alto 176 e pesa 63 kg. Secondo il Corriere della sera è alto 174 e pesa 74 kg. Ora, lasciando da parte i 2 cm di differenza, ci sono 11 kg che mi incuriosiscono. Premesso che l'antropometria del campione tedesco desta in me più o meno lo stesso interesse del numero di piume che avvolgono una gallina (e che, comunque, l'unico fatto metrico che interessa è che sicuramente ce l'ha piccolo), chi scrive la verità? Chi si inventa delle cazzate clamorose?

Piccoli esempi. Piccoli appunti di ordinarie baggianate. E non ho voglia di entrare nel merito di fatti ben più importanti. Troppo spesso mi rendo conto delle emerite stronzate che penne emerite ed erudite scrivono sui pochi argomenti che conosco. Mi tremano le gambe (e non solo) al pensiero di cosa cazzo ci raccontano su tutto quello che per formazione, opportunità o chissà cosa sono ammantate in un velo di beata ignoranza.

A proposito: non prendetemi troppo sul serio. Alla fine, anche queste sono solo baggianate. Può anche essere che tutto quello che ho scritto oggi sia falso come una banconota da 3 euro. Alla fine della fiera dell'est, le baggianate, come il mitico Altafini insegna, non sono nientaltro che i numeri da campione del divin Codino. Ma di calcio parlo poco: per lo più i miei due neuroni si occupano di Formula Uno. Forse...

Stay tuned

lunedì 18 settembre 2006

Quattro mesi di immobilismo

Sono passati quasi quattro mesi dall'ultima volta che ho aggiornato il mio blog. Roba da ridere. Roba che nel frattempo non è successo praticamente niente. O forse è successo di tutto di più.

Poco importa. Le notizie vanno date e commentate quando ancora grondano di sangue e di sudore. I commenti alle notizie anche. Le sciocchezze che scrivo in questo blog non possono esimersi dal rispettare l'aurea regola del just-in-time. O, per dirla all'IBM, dell'on-demand. E a dirla tutta, è un po' questo che è mancato. L'on-demand. O meglio ancora, la demand tout-court.

Premesso che in questi ultimi mesi sono stato in tutt'altre faccende affacendato e che anche la formula uno è passata abbastanza in subordine da farmi mancare la visione in diretta del gran premio di Monza, quattro mesi senza scrivere nulla sono un bel po' di tempo. E in questi quattro mesi, a parte qualche depravato che cercando siti che parlano di tette è finito sulle tette dei canguri, praticamente nessuno si è preoccupato di come evolveva questo piccolo spazio sul web. Da un lato questo dimostra che i titoli maliziosi aiutano il ranking, dall'altro dimostra che per quanto possa ritenere più o meno divertente scrivere sul web, devo giustamente dargli la dimensione che merita: è qualcosa che faccio più per me che per chi mi legge. Ed è pertanto sacrosanto che, come ogni anno, possa prendermi 4 mesi sabbatici in cui non ho niente da dire e quindi taccio.

Per dirla tutta, anche oggi non ho niente di particolare da dire. Ok, sto scrivendo, ma è giusto per dare una scrollatina a questo blog. E a dire il vero, in questi quattro mesi di occasioni per scrivere ne avrei avute in quantità non banale: calciopoli, l'Italia Campione del Mondo di calcio, il ritiro del tdm (e non è detto che non scappi qualcosa ad hoc) e tante altre cose di politica, costume, sport, tecnologia, etc. E invece, i miei maledetti due neuroni non hanno trovato meglio da fare che sedersi in poltrona e godersi lo spettacolo sullo schermo piatto. A volume basso basso, tanto per essere sicuri di non disturbare troppo.

Se la strada verso l'infero è lastricata di buone intenzioni, vedo già il mio bel selciatino stendersi davanti ai miei occhi e in fondo in fondo un chiaro bagliore di fiamme sataniche. I miei due neuroni giurano e spergiurano che scriveranno di più, che saranno più puntuali, e pungenti, se possibile. Io ci credo poco. Ma solo i posteri potranno scrivere l'ardua sentenza.

Stay tuned.