lunedì 18 settembre 2006

Quattro mesi di immobilismo

Sono passati quasi quattro mesi dall'ultima volta che ho aggiornato il mio blog. Roba da ridere. Roba che nel frattempo non è successo praticamente niente. O forse è successo di tutto di più.

Poco importa. Le notizie vanno date e commentate quando ancora grondano di sangue e di sudore. I commenti alle notizie anche. Le sciocchezze che scrivo in questo blog non possono esimersi dal rispettare l'aurea regola del just-in-time. O, per dirla all'IBM, dell'on-demand. E a dirla tutta, è un po' questo che è mancato. L'on-demand. O meglio ancora, la demand tout-court.

Premesso che in questi ultimi mesi sono stato in tutt'altre faccende affacendato e che anche la formula uno è passata abbastanza in subordine da farmi mancare la visione in diretta del gran premio di Monza, quattro mesi senza scrivere nulla sono un bel po' di tempo. E in questi quattro mesi, a parte qualche depravato che cercando siti che parlano di tette è finito sulle tette dei canguri, praticamente nessuno si è preoccupato di come evolveva questo piccolo spazio sul web. Da un lato questo dimostra che i titoli maliziosi aiutano il ranking, dall'altro dimostra che per quanto possa ritenere più o meno divertente scrivere sul web, devo giustamente dargli la dimensione che merita: è qualcosa che faccio più per me che per chi mi legge. Ed è pertanto sacrosanto che, come ogni anno, possa prendermi 4 mesi sabbatici in cui non ho niente da dire e quindi taccio.

Per dirla tutta, anche oggi non ho niente di particolare da dire. Ok, sto scrivendo, ma è giusto per dare una scrollatina a questo blog. E a dire il vero, in questi quattro mesi di occasioni per scrivere ne avrei avute in quantità non banale: calciopoli, l'Italia Campione del Mondo di calcio, il ritiro del tdm (e non è detto che non scappi qualcosa ad hoc) e tante altre cose di politica, costume, sport, tecnologia, etc. E invece, i miei maledetti due neuroni non hanno trovato meglio da fare che sedersi in poltrona e godersi lo spettacolo sullo schermo piatto. A volume basso basso, tanto per essere sicuri di non disturbare troppo.

Se la strada verso l'infero è lastricata di buone intenzioni, vedo già il mio bel selciatino stendersi davanti ai miei occhi e in fondo in fondo un chiaro bagliore di fiamme sataniche. I miei due neuroni giurano e spergiurano che scriveranno di più, che saranno più puntuali, e pungenti, se possibile. Io ci credo poco. Ma solo i posteri potranno scrivere l'ardua sentenza.

Stay tuned.

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