lunedì 20 aprile 2009

Campa Cavallino che l'erba cresce

E mentre il cavallino aspetta che l'erba cresca, miracolo al quale risulta difficile sperare nonostante l'abbondante innaffiamento delle due ultime corse, vince il Vitello dai piedi di balsa. Probabilmente la balsa è il compound migliore per guidare sul bagnato, visto che il giovanotto bissa l'impresa settembrina di Monza allagata.

Il circus parte da dove si era fermato: sotto la pioggia e dietro la safety car. Due palle, però. Io vorrei rivedere una bella partenza col botto tipo Spa di qualche anno fa. E invece no, ci tocca la sfilata in parata per tanti, troppi giri. In questa stagione, tra pioggia e incidentuccoli vari, oltre il 10% dei giri effettuati sono stati percorsi in regime di safety car. L'unica sicurezza, per me, è che con la safety in pista la pennichella è garantita.

Per il resto, non so cosa aggiungere. A parte il fatto che non ho mai capito la semantica del titolo del mio post odierno. La spiegazione migliore è quella della storiella in cui uno schiavo di colore metteva la gamba di un cavallo in un prato per accelerare la crescita del fieno, e alla richiesta di spiegazioni allargava le braccia e chiosava con "gamba gavallo ghe l'erba gresce". Ma non è molto politically correct e su un blog non si può scrivere. Oops, l'ho già fatto. Pazienza. Intanto l'erba non cresce nonostante l'acqua (ok, l'ho già detto) e nonostante l'abbondante concime raccolto a suon di figure di merda.

Piuttosto, pensavo a com'è curiosa questa Italia. Se la Ferrari fosse una squadra di calcio, ci sarebbero gli ultras sotto la sede della società a chiedere la testa dell'allenatore. Ci sarebbero presidenti che licenzierebbero l'allenatore seduta stante, salvo riprenderlo a tre giornate dalla fine. Ci sarebbero altri presidenti che terrebbero botta dando tutta la fiducia del caso all'allenatore di turno. Nel mondo delle ipotesi e delle similitudini ho solo una certezza: caro Domenicali, se un giorno ti troverai a dire "mi avete preso per un coglione", non ci sarà nessuno a dirti che "no, sei un eroe".

Dal punto di vista sportivo, detto della vittoria del Vitello, va ricoperta di gloria anche la prestazione dell'australopiteco Mark Webber. E un piccolo, molto piccolo, ridimensionamento delle verginelle, che vanno pur sempre sul podio con Mouse Paracarro Button. E checcé ne dica Briatore, gli ex-campioni del mondo sembrano i veri pensionati del mondiale, visto che sommando i punti di quelli che hanno avuto il numero uno non si fanno i punti di Trullallero. E ho detto anche troppo.

Venerdì la tendopoli deluxe di Bernie&Max, due che non si scuotono neanche con un magnitudo 9.9, si sposta in Barhein. Stiamo nel deserto, e le probabilità di pioggia sono praticamente trascurabili. Chi ha detto Qatar?

Stay tuned.

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