martedì 25 marzo 2008

Here comes the sun

- Per l'ultima volta, dove si trovava tra le otto e le nove e quarantacinque di domenica mattina?
La voce dell'ispettore Sundayles incominciava a tradire il nervosismo. Il poliziotto girava come un peripatetico intorno al tavolo in alluminio posto al centro della sala interrogatori e si trovava ormai alle spalle dell'indagato. L'aria era pesante. Dietro ad una pesante cappa di fumo capeggiava il cartello del divieto di fumo. Sundayles inspirò a pieni polmoni dal suo Havana facendo brillare la punta del sigaro nella penombra della stanza. Espirando dal naso, assunse una posa da toro inferocito.
- Lo sa dov'ero, gliel'ho già detto e ridetto...
Sundayles stava avvicinando le mani al collo del piccolo uomo che si ostinava a non dargli le risposte che cercava, quando un altro piccolo uomo entrò nella stanza.
- Si prenda una pausa, ispettore Sundayles, qui continuo io - disse il nuovo entrato con un mellifluo accento francese.
Sundayles si bloccò a pochi millimetri dalla giugulare dell'uomo in manette e continuò a fissarlo per pochi lunghissimi attimi. In un attimo si ricompose, spense il sigaro sul tavolo di alluminio e abbandonò la stanza.
- Il mio collega ogni tanto si fa prendere la mano - disse finalmente il nuovo entrato quando rimasero soli. - Permetta di presentarmi: sono il commissario Jean Cloustodt.
Si avvicinò all'imputato. - Credo che queste non siano necessarie, n'est ce pas?, disse mentre con un rapido gesto lo liberava dalle manette. - Gradisce una tazza di caffé?
Mentre si toccava i polsi quasi a verificare che fossero ancora al loro posto, l'uomo fece cenno di si con la testa.
- Allora, monsieur, ricominciamo da capo. Mi può s'il vous plait dire cosa è successo?
- Ve l'ho già detto e ripetuto fino alla nausea.
- Deve avere pazienza, mon ami, ho bisogno che lo ripeta ancora una volta a moi. Parola per parola. Abbiamo tutto il tempo, non si preoccupi, faccia pure con calma
- Che cosa vuole sapere?
- Tutto, dall'inizio. Bien sur, la parte di Adamo ed Eva già la conosco, quindi può saltare quel capitolo
- Ok, ero in garage. Sono salito in macchina, appena è stato possibile sono partito per fare il mio giretto, intorno alle otto, otto e cinque. Dopo un po', mi sono fermato a fare benzina, saranno state le 8:20, 8:30 al massimo.
- C'era qualcuno con lei?
- Beh, no, di solito sono vado da solo.
- Continui la prego.
- Quando sono uscito dal benzinaio ho visto una macchina davanti a me. C'era un tizio, un biondino, che mi faceva gestacci e pernacchie.
- Capisco...
- Beh, non so se può capire. Comunque, ho acceso la radio
- Ha acceso la radio? Si ricorda cosa stava ascoltando?
- Non so, ricordo le parole, qualcosa del tipo "little darling, it seems like Iceman's slowly melting"...
- Bien sur, George Harrison, Here comes the sun. Les fab four. Ah, quelle symphonie
- Si, può essere. Io conosco solo Cacao Meravigliao. Comunque, c'era questa musica, c'era questo bulletto biondo. Io non lo so cos'è successo dopo, non ricordo niente.
- Suvvia, faccia un petit sforzo, s'il vous plait
- Ecco io, forse...
- Oui...
- ... forse forse ...
- ... ouiiiii .....
- ... forse ho fatto una ca...
- ... ouuiiiiiiii .....
- ... una grande ca.....
- ... ouuuuuiiiiiii .....
- ... un'enorme, gigantesca, strepitosa cazzata!!!!

Tutto tacque. Sul viso del commissario Cloustodt apparve un sottile ghigno di soddisfazione. Felipe detto Pippe era crollato e piangeva come un bambino. Cloustodt abbandonò la sala interrogatori lasciandolo solo. Sundayles si accese un altro sigaro nel parcheggio della centrale di polizia. Il biondino venne identificato nel Finnicello Rikkionen e subitamente rintracciato in un pub sbronzo come un alce in calore. La primavera era inizata, ma la temperatura era ancora troppo rigida per togliere i cappotti. Cloustodt guardò un tiepido sole far capolino tra le nuvole. "Here comes the sun, and I say, it's all right"

Stay tuned

venerdì 21 marzo 2008

La macchina di Alan

Alan non era un pilota, sebbene debba la sua celebrità alla sua macchina. E la sua macchina non era una Panda, anche se si mormora che vedendo che non c'era disse "bisognerebbe inventarla". Alan era un pregiudicato. Probabilmente Alan non aveva neanche la patente, ma su questo i biografi non ci dicono nulla.

Cosa c'entra Alan con la formula uno? Onestamente non lo so neanch'io, ma se avrete la pazienza di seguirmi fino in fondo potremo arrivare insieme alla soluzione di questo enigma. D'altra parte Alan si occupò per lungo tempo di risolvere l'Enigma con la E maiuscola. Ma questo era solo un passatempo, per di più quasi forzato. Alan aveva un problema con la sua macchina. Il meccanico di Alan, matematico mancato, dopo aver guardato e riguardato la situazione, decise di definirlo come Il problema dell'arresto e la sua indecidibilità. Ora, bisognerebbe ritrovarsi in quel piccolo e buio garage di Church Street per capire di cosa si stava parlando. La storia diventa quasi mito, e con lei il problema: un problema ai freni? Un problema all'accensione? Un problema allo spegnimento? Cosa diavolo succedeva alla macchina di Alan?

Il meccanico elaborò una sua teoria basata sul teorema dell'incompletezza di Godel. Ve l'ho già detto che era un matematico mancato, vero? E già che c'era, decise di sperimentare la teoria del gatto di Schrödinger, perché nel tempo libero il meccanico si dilettava nella fisica dei quanti (e dei quali). La teoria fu scritta e dimostrata sul retro di un calendario Pirelli e andò persa per sempre in un accesso d'ira funesta della devota moglie.

Uhm, ancora non ho capito bene neanch'io cosa c'entra tutto questo con la formula uno. Ah, ecco, l'indecidibilità dell'arresto. Accertato che non si tratta di un problema giuridico (che faccio, lo sbatto in gabbia oppure no?), allora deve trattarsi di qualcos'altro. Oppure questo problema lo deve aver incontrato anche qualcun altro. Qualcuno ha detto "Ferrari"? Ecco, quindi, infine arrivati al busillis.

Il problema assume contorni diversi. Nel paddock, ma soprattutto sulla carta igienica stampata, si è incominciato a parlare di centralina. Di elettronica. Di software e di bug. Di backdoors e comandi segreti. Di codice di test lasciato lì perché visto che c'era non si vedeva il motivo di toglierlo. Una centralina, che chissà come, provoca l'arresto del cuore modenese della formula uno. In effetti le coincidenze sono spesso sospette. E in Australia, così come nell'antipasto della Malesia, i motori più soggetti a moria sono proprio quelli realizzati a Maranello (i propri e quelli per le scuderie clienti). Non siamo ancora al livello di 3 indizi che fanno una prova, ma quasi ci siamo. Oppure, smentendo quanto dice il signor Dominicali, in ferrari si sono tutti rincoglioniti e non sanno più costruire un motore. Difficile, non impossibile.

Poeticamente si potrebbe dire che assume contorni di versi, ma sono più che sicuro che non ci siano endecasillabi in questa mia composizione. Eppoi la metrica non c'entra nulla. O forse si. Forse si tratta di un problema metrico. Forse qualcuno si è dimenticato di dire a qualcun'altro che la centralina è di origine britannica e quindi usa il sistema britannico, mentre il motore lavora con il metrico decimale. Visto che la NASA ci ha bruciato qualcosa come 3 miliardi di dollari facendo sfracellare una delle prime sonde inviate su Marte per un problema simile, non si può a priori escludere la vicenda. Ma, ancora una volta, si torna al tema del rincoglionimento cronico.

La cosa buffa è che constatatre che il nuovo regolamento, riducendo l'elettronica e imponendo l'adozione della centralina unica (che per chi non lo sapesse è prodotta nientepopodimeno che da McLaren e Microsoft, oddiommio), abbia causato come effetto collaterale un aumento dei guasti dovuti alle tecnologie digitali. Roba da matti.

A proposito di Alan: di cognome fa Turing, e la sua macchina non ha quattro ruote, ma è quanto di più astratto possa esistere. E in comune con la formula uno ha solo il fatto che l'arresto del motore sembra sia un problema indecidibile (e, almeno a Maranello, irrisolvibile).

Prima di chiudere, vi segnalo che sono appena terminate le libere a Sepang. Domanimattina le qualifiche e risveglio pasquale alle 8 (o alle 7, boh) davanti alla griglia di partenza. In attesa della grigliata del giorno di pasquetta.

Stay tuned

giovedì 13 marzo 2008

Ecchissenefrega

Cinque mesi. Tanto è passato da quando il finnicello Rikkionen ha piazzato la zampata finale sul mondiale riportando a casa il titolo e l'adesivo con il numero 1 da appiccicare sul musetto. E nel frattempo è caduto un governo (ecchissenefrega), 3 italiane su 4 sono uscite dalla champions league (ecchissenefrega), è iniziato il Grande Fratello 8 (ecchissenefrega al quadrato), Valentino ha fatto la pace con il fisco (ecchissenefrega al cubo), eccetera.

E ricomincia la formula uno (ecchissenefrega alla decima). In cinque mesi uno qualcosa da scrivere dovrebbe pur farsela venire in mente. E invece niente. Proprio del tipo ecchissenefrega. Incomincio a entrare nella fase del disinteresse. So che è un mal comune e quindi dovrei dire mezzo gaudio. Ma a questo punto uno preferisce il gaudio intero. Che se ne farà uno di un mezzo gaudio, poi? E se mi scappa una i? Sono sempre lì, in mezzo al guado. E se mi scappa la popò mentre sono in mezzo al guado? Mi ritrovo in mezzo al guano?

Tant'è, necessita una decisione. Cosa faccio questa sera? Sto alzato fino alle 2/3 del mattino a seguire le inutili libere del venerdì (si, si oggi è giovedì, ma a mezzanotte e un secondo saremo già nel venerdì e questo weekend si riparte dall'Australia...)? E domenica mattina alle 5.30.

Lo so sembro un disco rotto (ecchissenefrega alla enne per enne che tende ad infinito). Tutti gli anni la stessa storia. Inizia il mondiale e tutti a chiedersi se varrà la pena di spendere qualche ora a weekend per seguire 22 milionari in tuta ignifuga e casco multicolore in fila indiana dall'inizio alla fine (pit-stop permettendo). E come tutti gli anni, il dinamico duo Bernie&Max ci propinano qualche nuova regola per cercare di rendere il tutto alla sua dimensione di competizione sportiva e spettacolo godibile(ecchissenefrega di quei due). E come tutti gli anni, cederò alle lusinghe degli otto cilindri (ma non a quelle del trio, che probabilmente sarà ridotto a duo visto che Piola sembra essere passato alla corte di Murdoch, visto che seguirò le corse in sedicinoni proprio su Sky).

Certo, con un pupetto in arrivo (e questo invece me ne frega parecchio) potrei concentrare le mie energie psico-fisiche su qualcos'altro. Ma c'è qualcosa che mi trattiene incollato a questo insulso mondo. Sarà qualche messaggio subliminale infilato tra i fotogrammi. Sarà che la formula uno è uno dei pochi posti al mondo dove il tabacco è benvenuto. Non so. Forse dovrebbero scrivere a lettere cubitali frasi del tipo: "Il tuo medico ed il tuo farmacista possono aiutarti a smettere di seguire la formula uno". Ma ormai sto diventando un caso psichiatrico. O uno di quei casi impossibili all Dr. House.

La notte porterà consiglio.

Stay tuned