lunedì 23 ottobre 2006

The day after

Ho riflettuto a lungo su cosa sarebbe stato opportuno scrivere nel day after. Il giorno dopo. I professionisti del settore si affannano a scrivere lunghi epitaffi e a incensare l'ultima gloriosa corsa del tdm. Nella quale è arrivato quarto. Sob. Quindi, parafrasando un noto filosofo contemporaneo, di che cazzo stiamo parlando?

Stiamo parlando di un mondiale che, secondo le scontate previsioni della vigilia (troppo facile), è finito meritatamente in Spagna (piloti) e in Francia (costruttori). Meritatamente perché, a dispetto di quello che possano scrivere i professionisti della penna, la Ferrari ha lasciato a piedi il tdm proprio sul più bello con due dicansi due guasti importanti nelle ultime due corse. La competitività, le prestazioni, la vittoria schiacciante di Massa nella corsa di ieri a poco valgono. Non mi convince Colaianni quando dice che la macchina era performante e che se mia nonna avesse le ruote sarebbe una cariola. Il punto è che a Maranello hanno perso l'affidabilità nel momento meno opportuno del mondiale, e soprattutto nel momento meno opportuno della carriera del calzolaio di Kerpen. Il quale, quando annunciò il ritiro a Monza, in cuor suo pensava di poter lottare per il mondiale e forse forse era piuttosto sicuro di poterlo vincere. Se avesse anche solo ipotizzato questo finale, credo che avrebbe deciso diversamente. Ma per coerenza, per il momento, se ne andrà a godersi la dorata pensione di chi, senza fare una beata Valeria dalla mattina alla sera, porta a casa una trentina di milioni di euro dagli sponsor. Pas mal.

Stiamo parlando di un pilota che, non avendo nulla da perdere (mondiale praticamente impossibile da vincere, corsa compromessa da quanto accaduto nell'ultima sessione delle qualifiche) ha giocato a fare il Rocky Balboa della situazione. Le ha prese ma le ha anche suonate, è arrivato alla quindicesima ripresa gonfio come una zampogna, e ha perso ai punti. Poi, si può imprecare alla sfortuna (che ci vede benissimo, a differenza della fortuna e del Fisiko nostrano), si può dire quello che si vuole, ma tant'è. Se le cose fossero state diverse, il neo-ex pilota di formula uno non avrebbe fatto la corsa che ha fatto. E astronso neanche. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte, figuriamoci se si vince qualcosa.

Letta con un'altra ottica, dobbiamo iniziare a pensare che Sciummy abbia una vita segreta piena di nefandezze. Tipo non ricicla correttamente la spazzatura e butta via la plastica insieme alla carta. Oppure ruba le fidanzate agli amici. Sta di fatto che se c'è un Dio questi ha deciso di punirlo. E questo vorrà pur dire qualcosa. Qualcuno sostiene (e sono in tanti) che quello che è capitato al tedesco in queste ultime gare sia il risultato della sua arroganza e antisportività lucidamente centellinate nel corso della carriera. Io sono convinto che stiano tutti esagerando. E che si stiano tutti dimenticando troppo in fretta di quanto il tedesco abbia dovuto sopportare prima di diventare il campionissimo pigliatutto del ventunesimo secolo. Gli altri, in compenso, hanno dovuto sopportare solo il fatto che fosse un vincente. Con tutto ciò che compete.

Per il 2006 i giochi sono ormai conclusi. Sarebbe il momento di tirare le somme, ma la mia calcolatrice ha le batterie scariche e non ne vuole sapere. Il mondiale, nella sua essenza, è stato a tratti divertente, ma spesso no. I sorpassi, quelli veri, si sono visti, ma quelli che contano sono stati quasi sempre frutto di strategie ai box. Gli incidenti ci sono stati, ma quasi sempre hanno coinvolto qualche povero sfigato nelle retrovie con macchine che a malapena hanno quattro ruote. Le polemiche ed i veleni non sono mancati, e neanche le migliori anti-tossine presenti sul mercato ci risparmieranno dai veleni che arriveranno.

La formula uno del 2007 sarà diversa. Non ci sarà Sciummy, e con lui spero di non vedere più il giovane Macherino. Putroppo non ci sarà neanche Imola, e questo mi deprime un po'. Astronso andrà alla McLadren, che non ne combina una giusta da chissà quanto tempo. La Ferrari ricomincia da Felipe Chico Massa e da Rikkionen. La Renault da Ndovalainen, che sembra si sia già perso nella pit-lane. Peccato che si tenga quella pippa di un romanaccio. Tutti gli altri, boh?
Avremo nuove regole (e trovo strano che non abbiano chiamato Guido Rossi a commissario straordinario della Formula Uno con lo scopo di scriverle, queste nuove regole, dopo l'egregio lavoro di riscrittura svolto in FIGC). E noi, ancora una volta, e forse ancora di più, ci attaccheremo agli schermi e penderemo dalle voci irritanti del trio Mazzoni-Piola-Capelli. E sentiremo i commenti pungenti di Terruzzi, i servizi dai box di Giovannelli e Stella Bruno, le demenzialità enfatizzate di De Adamich a Grand Prix. E ci dimenticheremo in fretta di chi pilotava la Rossa fino a ieri. E ogni tanto lo rimpiangeremo un po'. Ma solo un pochino. Oppure incominceremo a fare una sana pennichella post-prandiale tutte le domeniche dalle 14 alle 16. Salvo gran premi fuori continente (e sono e saranno sempre di più). Ma quel giorno saremo a Gardaland, in riva al mare o a fare un escursione in montagna.

Oggi è solo il giorno dopo. Il fallout deve ancora incominciare. Abbiamo ancora impressa nella retina la deflagrazione che ha spazzato il mondo della formula uno da uno dei suoi personaggi più ingombranti. Avremo modo e tempo di somatizzare la cosa e abituarci al nuovo che avanza. E al limite lo metteremo in frigo per mangiarcelo domani.

Stay tuned

martedì 17 ottobre 2006

L'area di servizio Bisenzio Est non eroga(va) GPL

Ah, per quanto tempo ho sentito in tutti i notiziari del traffico (ed in particolare quello del tg5 in pillole del mattino) che l'area di servizio Bisenzio Est non eroga GPL. E chissenefrega, aggiungevo sempre io, con tono più o meno sfumati... Eppure questa frase continuava a rimbalzarmi tra le sinapsi, tanto che trionfalmente annunciai che se mai avessi scritto un libro questo si sarebbe intitolato proprio come questo articolo. Il problema è che non ho ancora scritto un libro. E che il libro (non scritto) che tengo nel cassetto si chiamerà 4810slm.

E a quanto pare, non sono l'unico (ma non siamo neanche tantissimi) ad essermi sottoposto al lavaggio del cervello di questo messaggio subliminale. Per esempio, si veda qui:
http://groups.google.com/group/it.diritto/msg/be759a5aaa1ed928?hl=it&

Perché, dunque, a distanza di così tanto tempo, torno su un tema così scottante. Beh, ieri, di ritorno da una trasferta di lavoro in quel di Grosseto, ho svuotato la mia vescica proprio a Bisenzio Est. E ho visto con i miei occhi. E ve lo posso dire con certezza. L'area di servizio Bisenzio Est non erogava GPL. Adesso sì.

Forse è giunta l'ora di mettermi a scrivere il libro. O magari solo un racconto breve da mettere in appendice al libro nel cassetto. Vedremo...

Stay tuned

lunedì 9 ottobre 2006

Cogito, ergo sum

Povero Cartesio, al secolo monsieur René Descartes, per cosa gli tocca essere citato. Penso, dunque sono. Cosa sono? Dipende da chi pensa. Il sillogismo cartesiano, a differenza del prodotto cartesiano, è un sistema non deterministico. A volte, anche a senza cambiare né fattori né ordine degli stessi, il risultato cambia eccome. A volte semplicemente, il risultato è una costante definita nello spazio (cartesiano).

Penso, dunque sono. Ma se oltre a pensare dico o scrivo qualcosa, la definizione di cosa sono assume un aspetto ben definito. Dare corso al proprio pensiero senza contare fino a dieci, si sa, è pericoloso. Ah, quegli strani circuiti che collegano le emozioni alla bocca senza passare dal cervello. Ammesso che uno ce l'abbia, un cervello. Qualcosa che abbia almeno due neuroni, via.

Penso, dunque sono: un astronso! In realtà l'unico problema del povero campione del mondo in carica (e con quasi certezza neo campione del mondo) è che fa ben poco per cercare di accattivarsi le simpatie dei tifosi. E d'altra parte nessuno glielo chiede. Nessuno chiede ad un campione di essere anche simpatico. Prova ne sia che per anni ho dato al ritirando calzolaio di kerpen il nomignolo di tdm (che per chi se lo fosse dimenticato sta per tedesco di merda) giusto per dire che non è che mi sia mai stato molto simpatico. Ma col tempo è migliorato, e l'umanità e la sportività con le quali ha accettato una sconfitta immeritata e sfortunata come quella di ieri ne fanno finalmente un campione a tutto tondo. Uno che sa accettare la sconfitta prima ancora di gioire per la vittoria (il suo saltino da "fai il saltino matteo" di Salviana memoria non l'ho mai trovato particolarmente naturale).

Penso, dunque sono. Uno smemorato. Perché a pensarci bene e a ricordare le cose per come sono, c'è un più di un dato che accomuna i due. Hanno vinto il primo mondiale (e forse anche il secondo) su una macchina prevalentemente giallo-blu. Hanno irriso (non solo metaforicamente) campioni che avevano fatto breccia nel cuore delle persone. Che dopo aver vinto hanno ricominciato la loro sfida in altri e sconosciuti lidi. Ma soprattutto, hanno vinto sotto l'egida del gran puttaniere della Costa Smeralda. Uno che trasuda simpatia da tutti i pori. Il Darth Vader della formula uno. O meglio, il Dark Water (e per chi sa cosa si intende in gergo idraulico per acque nere, ho detto tutto). Uno che di fronte alla sfortuna altrui scomoda il Signore e la giustizia divina (cosa che a fatica accettavo da Ayrton, la cui spiritualità e religiosità era almeno un dato di fatto assodato). Uno che quando perde è colpa degli altri, e quando vince è merito suo e, quandanche fosse demerito altrui, non è nientaltro che una riparazione a chissà quali torti subiti.

Penso, dunque sono. Un possibilista. Perché se fino a domenica mattina ore 6:59 si poteva sempre pensare che la sorte potesse regalare il mondiale a Sciummy con un improbabile 10-0 (e per la legge del contrappasso è successo il contrario), non tutto è matematicamente deciso. Molto improbabile, vero. Ma come Sir Arthur Conan Doyle fece dire a Sherlock Holmes, tolto l'impossibile, tutto quello che rimane, ancorché improbabile, è la verità. E allora ne parleremo tra due settimane.

Penso, dunque sono. Uno che alla fine dei conti, pensa che anche questo mondiale, nonostante tutto, non sia stato poi così spettacolare, anche se qualche segnale di progresso si è visto. Ma roba da ridere.

Penso, dunque sono. Uno che nonostante qualche piccola e mal riposta speranza da tifoso, pensa già alla prossima stagione. Uno che crede che il prossimo mondiale sarà più incerto, ma anche più povero. E probabilmente meno spettacolare.

Per quanto riguarda la gara, beh, compratevi un quotidiano o fatevi un giro sulla rete. Che nonostante non siano entità pensanti, esistono pure loro.

Stay tuned.

venerdì 6 ottobre 2006

Signore e signori, è il comandante che vi parla

L'aeromobile F1-2006 della Bernie&Max Airlines sta iniziando il suo sentiero di discesa all'aeroporto. Allacciatevi le cinture e ripiegate i tavolini. La temperatura prevista all'arrivo è molto calda nonostante la pioggia. Vi invitiamo a rimanere seduti (e calmi) fino a quando l'aeromobile non si sarà fermato. Nel ringraziarvi per aver scelto la Bernie&Max Airlines, vi auguriamo una buona permanenza.

Chiuse virgolette, punto a capo.

Il mondiale 2006 si avvicina al traguardo finale. Il checkpoint Suzuka (che dal prossimo anno sarà rimpiazzato dal Circuito di Fuji) segna una tappa importante per questo finale di volo. La pista è ormai a pochi chilometri. La sagoma del terminal diventa pian piano più nitida. Eppure, con gran patimento per i viaggiatori, ancora non sappiamo come andrà a finire. Bello così. Sperando che non ci siano troppe turbolenze, vuoti d'aria, o fulmini in agguato. Anche se il tempo non promette nulla di buono. Alternanza di pioggia e asciutto. Il che promette anche risultati non propriamente prevedibili. Forse potrebbe anche essere divertente, gommisti permettendo.

Per il momento, in condizioni di non piove ma la pista è asciutta, questi sono gli inutili risultati delle libere di stamattina:
 P. No  Driver       Team - Engine   Tyres    Times      Ave/Gaps
1. 2 FISICHELLA Renault M 1'34"337 221.601 Km/h
2. 6 MASSA Ferrari B 1'34"408 + 0'00"071
3. 5 M.SCHUMACHER Ferrari B 1'34"565 + 0'00"228
4. 1 ALONSO Renault M 1'34"863 + 0'00"526
5. 36 DAVIDSON Honda M 1'34"906 + 0'00"569
6. 38 VETTEL BMW Sauber M 1'34"912 + 0'00"575
7. 12 BUTTON Honda M 1'35"002 + 0'00"665
8. 4 DE LA ROSA McLaren Mercedes M 1'35"064 + 0'00"727
9. 8 TRULLI Toyota B 1'35"343 + 0'01"006
10. 3 RAIKKONEN McLaren Mercedes M 1'35"367 + 0'01"030
11. 7 R.SCHUMACHER Toyota B 1'35"375 + 0'01"038
12. 37 AMMERMULLER RedBull Ferrari M 1'35"433 + 0'01"096
13. 11 BARRICHELLO Honda M 1'35"528 + 0'01"191
14. 9 WEBBER Williams Cosworth B 1'35"866 + 0'01"529
15. 10 ROSBERG Williams Cosworth B 1'36"176 + 0'01"839
16. 19 ALBERS Midland Toyota B 1'36"180 + 0'01"843
17. 35 WURZ Williams Cosworth B 1'36"234 + 0'01"897
18. 17 KUBICA BMW Sauber M 1'36"299 + 0'01"962
19. 41 MONTAGNY S. Aguri F1 Honda B 1'37"354 + 0'03"017
20. 20 LIUZZI Toro Rosso Cosw. M 1'37"441 + 0'03"104
21. 21 SPEED Toro Rosso Cosw. M 1'37"501 + 0'03"164
22. 14 COULTHARD RedBull Ferrari M 1'37"596 + 0'03"259
23. 18 MONTEIRO Midland Toyota B 1'37"702 + 0'03"365
24. 40 JANI Toro Rosso Cosw. M 1'37"741 + 0'03"404
25. 15 DOORNBOS RedBull Ferrari M 1'37"788 + 0'03"451
26. 22 SATO S. Aguri F1 Honda B 1'38"533 + 0'04"196
27. 16 HEIDFELD BMW Sauber M 1'38"779 + 0'04"442
28. 23 YAMAMOTO S. Aguri F1 Honda B 1'38"955 + 0'04"618
29. 39 SUTIL Midland Toyota B 1'43"914 + 0'09"577
Tra i tanti sconosciuti in lista, noto con stupore il nome del Fisiko in cima alla lista. Poi mi ricordo che tanto questi tempi non contano un cazzo. E tutto rientra nella normalità.

Nel ricordarvi che per godere dello spettacolo del weekend è necessario puntare la sveglia, vi do appuntamento alla settimana prossima. Quando potremo discutere più serenamente di quanto successo nel weekend giapponese. Nel frattempo, le nostre assistenti di volo passeranno ad offrirvi alcuni dei prodotti della linea Bernie&Max Duty Free Shop.

Stay tuned.

lunedì 2 ottobre 2006

Va dove ti portano gli organi

In principio era va dove ti porta il cuore, ma ieri il tdm si è fatto trascinare da fegato, cervello, stomaco e anche un po' di culo. Anche se tecnicamente sono gli organi ad andare dove li portiamo noi e non il viceversa, la gara di Shangai si può spiegare più o meno così.

Fegato, e spettacolo, nei due sorpassi ai danni delle Renault, una volta tanto sorpassi in pista e non nella corsia box. Forse, per quanto resi particolari dalle condizioni climatiche, tra le migliori cose viste dal pluricampione del mondo in tanti anni di onorata carriera in Formula uno.

Stomaco, per non aver mai perso la fiducia e la tranquillità nonostante tutto sembrasse remare contro in questo ex-maledetto gran premio cinese. Roba che qualcun'altro avrebbe riversato bile e succhi gastrici nella tazza del cesso per diverse ore. Roba da ingastrimento collettivo.

Culo, perché senza quell'intoppo ai box (almeno 11 i secondi persi da Astronso per via di quella posteriore destra che non ne voleva sapere di avvitarsi) il finale di gara avrebbe potuto essere diverso. Culo due volte, perché se la pioggia fosse arrivata qualche minuto prima probabilmente, nonostante il pasticcio ai box, il finale sarebbe stato molto diverso.

Ironia del destino, là dove si compie il miracolo (ma sotto la pioggia succede quasi sempre) di una corsa imprevedibile e spettacolare, il sottoscritto si prende un'abbiocco colossale, e pur essendo già sveglio da ben prima del via, ignora la corsa e si sorbisce di gusto una sequenza di cartoni animati in compagnia della figlia. Si vede che era destino. O forse il mio karma mi stava impedendo di vedere una pippa come Fisiko salire sul podio e parlare nella conferenza dopo-corsa.

Tant'è. A questo punto mancano due gare alla fine del mondiale. Giappone e Brasile. Una all'alba e una all'ora di cena. Almeno per noi che viviamo nello stivale del vecchio continente. E i due contendenti sono appaiati in cima alla classifica. Pari punti (anche se non propriamente pari dal punto di vista di chance di vittoria). Per il tedesco esiste una remota possibilità di chiudere il mondiale in Giappone (se vince e lo spagnolo inanella un bellissimo zero). Per entrambi l'obbligo morale di tenere vivo il mondiale fino all'ultima curva. E comunque vada, vincerà un antipatico.

Ne riparliamo tra una settimana, dopo il gp di Suzuka. Magari augurandoci che la pioggia porti, ancora una volta, i suoi benefici effetti catartici e taumaturgici su questo malato mondo della formula uno. O forse no. Da simpatizzante ferrarista (leggi, tifoso sfegatato) temo le prestazioni delle gomme del ponte di pietra.

Stay tuned.